Esposti fino al 18 maggio presso la Galleria Arte 24 una selezione di disegni dell'artista siciliano che a 36 anni dalla sua scomparsa non dimenticò mai le proprie radici.
“Pochi artisti, come Guttuso, sono così profondamente segnati dalla loro origine, e non soltanto nella natura dei temi, ma nelle stesse scelte linguistiche”. Le parole di Maurizio Calvesi nel saggio Guttuso e la Sicilia esprimono bene il concetto di attaccamento alle proprie radici. Tema questo che unitamente all’Eros e alla capacità di confrontarsi con i testi letterari segna l’asse portante della mostra che la galleria Arte24 di Palermo, in occasione del 36 esimo anno dalla morte di Guttuso, ha deciso di proporre esponendo una selezione di disegni dell’artista Renato Guttuso, realizzati tra gli anni ‘60- ‘80. La mostra, a cura di Silvia Tranchina, visitabile fino al 18 maggio, nella sede del capoluogo siciliano rende omaggio ad uno degli intellettuali che contribuiranno maggiormente a quella straordinaria stagione creativa della cultura italiana. La sua Sicilia e le donne, appunto, ritratte con realismo assoluto frutto di un sentire dove la realtà viene prima di tutto. Renato Guttuso amava dipingere ciò che conosceva: la sua idea era quella di “esprimersi con assoluta sincerità ed in comunità di spirito, liberi da ogni preoccupazione, sia arcaica che neoclassica, sia metafisica che intellettualistica”. I suoi nudi, presentano una composizione naturalistica resa grazie al semplice mezzo formale della linea grafica. A Guttuso basta un semplice segno, sinuoso, per trasferire sul foglio la pienezza dei volumi ed esaltare plasticamente la figura femminile, sempre più predominante nella sua pittura così come nella vita privata. In alcune zone, aggiunge sfumature nere per conferire ancora di più la sensazione di morbidezza.
Realismo e attaccamento alle proprie radici, dicevamo; Guttuso non perse mai di vista la sua terra: i paesaggi, i rilievi montuosi lo ispireranno lungo tutto il corso della sua carriera. All’età di tredici anni firma già diverse opere, legate prevalentemente alla pittura di paesaggi. Negli anni successivi si sposta dalla città natale per studiare a Palermo, presso la bottega di Pippo Rizzo, scultore e pittore vicino al futurismo. Ma ben presto elaborerà uno stile artistico molto personale e identitario.
